Corrado Michelozzi
Si iscrive in giovane età alla Scuola d’Arti e mestieri di Livorno, sotto la guida dell’acquarellista Lorenzo Cecchi. Entra poi a far parte della cerchia degli artisti che frequentano il Caffè Bardi a Livorno. Nel 1920 è tra i fondatori del Gruppo Labronico. Era soprannominato “Borchia” per via del suo primario mestiere di decoratore. Eccelse soprattutto nelle nature morte e in particolare in quelle di argomento floreale. Per questo motivo fu ribattezzato il “pittore dei fiori”. Michelozzi ama il gusto sofisticato della rappresentazione oggettuale unita ad un lirismo che si concretizza nell’uso calibrato dei colori. Le sue tele ritraenti i fiori, quando autentiche, mostrano un anelito che va oltre i confini della puro spirito decorativo. L’attenzione nei confronti delle sue opere è stata immediata, anche se con il tempo la critica d’arte ne ha censurato la limitatezza tematica. Negli ultimi dieci anni però, in corrispondenza con una sostanziale rivalutazione dei pittori del Gruppo Labronico, le fortune di Corrado Michelozzi sono notevolmente aumentate.