Rontini Ferruccio

Studiò all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, divenendo anche docente. Il suo iniziale stile macchiaiolo subirà un’evoluzione soltanto a partire dagli anni quaranta.

La sua pittura è intrisa di naturalismo e cerca soprattutto temi paesaggistici o scene di vita quotidiana. La campagna è il luogo di frequente ambientazione dei suoi quadri, dipinti en plein air in Maremma o nel Mugello. Molto pittoreschi e ricercati i mercati di Vicchio, in cui Rontini mostra uno sguardo ottocentesco su una realtà rudemente proiettata sul vivere giornaliero. Non c’è dubbio che alcune tra le sue opere migliori affondino le radici proprio in questo ambiente e si consumino in un lasso di tempo che va dagli anni venti agli anni trenta, quando l’artista indicava l’anno di composizione con i numeri romani. Al periodo mugellano e maremmano più brillante segue una fase che, pur se valida nel suo insieme, non viene premiata adeguatamente a livello di quotazioni di mercato,[1] come succede un po’ per molti pittori labronici suoi coetanei.

Fu tra i fondatori, nel 1920, del Gruppo Labronico.